Stucco epossidico nautica: come utilizzarlo e quale scegliere

Le nostre barche sono esposte a numerosi possibilità di danno, per fortuna la maggior parte riparabili, che necessitano ovviamente di opportuna manutenzione.

Parliamo di piccoli colpi alla paratia, un portello bucato, il tender che non funziona come dovrebbe e così via. In queste situazioni non c’è molto da fare: bisogna armarsi di pazienza, acquistare i prodotti giusti, e proseguire con la manutenzione del natante prendendo questo compito come un momento per rilassarsi.

Oggi vediamo quale stucco epossidico per la nautica scegliere, un prodotto davvero versatile adatto per qualsiasi tipo di materiale.

Valutare il danno e preparare la riparazione

Prima di capire quale prodotto ci occorre, bisogna essere in grado di risalire all’origine del problema.

Uno dei danni più ricorrenti riguarda l’impatto della barca con una roccia, la quale provoca una “fenditura” nell’imbarcazione che necessita di un intervento. Prima di applicare lo stucco epossidico per la nautica, bisogna preparare la superficie e questa è una delle fasi più importanti su cui vogliamo darti qualche dritta.

Applicare direttamente il mastice o lo stucco senza procedere con operazioni preliminari comporta la non riuscita dell’intervento, infatti ti consigliamo di seguire tutte le operazioni indicate sulla guida del produttore.

Da dove partire quindi? Innanzitutto devi pulire l’area e rimuovere tutti i pezzi che vogliono venir via, magari utilizzando uno sgrassatore.

Consigliamo una prima carteggiatura che toglie il gel-coat e lo stucco in modo tale che non ci siano problemi durante l’intervento.

Epomast, lo stucco versatile per natura

In commercio ci sono prodotti davvero prodigiosi che permettono a un semplice stucco di fare numerose operazioni.

È il caso dello stucco epossidico per nautica della Veneziani, un bicomponente ad alta resistenza meccanica che va bene per qualsiasi superficie.

Il suo nome è Epomast, e aderisce a qualsiasi superficie e fondi epossidici. Essendo un prodotto specifico per il settore marino, è progettato per resistere all’acqua ed è ideale anche per incollare le giunzioni.

Che si tratti di vetroresina, acciaio, alluminio o legno, Epomast ripara ogni danno e anche superfici particolarmente problematiche e con gravi danni con strati fino a 10 mm: un prodotto incredibile per riparazioni sicure, di qualità e altamente performanti.

Disponibile anche nella versione EVO, cioè ultraleggero, Epomast è nel nostro shop online insieme a numerosi prodotti per navigare in sicurezza e manutenere la tua barca con articoli di qualità dei migliori brand.

Trombe per barche: pratica guida all’uso

Quando è il caso di utilizzare un avvisatore acustico in barca? Su questo argomento c’è ancora tanta confusione e incertezza, soprattutto perché i punti da affrontare quando si tratta di trombe per barche sono effettivamente numerosi.

Dai regolamenti che obbligano a tenere un avvisatore acustico a bordo alle varie tipologie di dispositivi che possono assolvere a questo compito.

Una cosa è certa: c’è davvero tanto da imparare. Cominciamo col suddividere la gamma dei segnalatori acustici specifici per le barche in: campana di bordo, corno da nebbia, avvisatori acustici portatili a gas, altoparlanti e trombe per barca elettromagnetiche ed elettropneumatiche.

Utilizzo e distinzioni

Dotarsi di uno o più avvisatori acustici a bordo ha un solo scopo: rendere la navigazione più sicura. Tra i numerosi accessori nautici, le trombe per barche sono quelli più utili, economici e facili da installare.

Che si tratti di una barca a vela, a motore o di un cabinato, una “sirena” a bordo non può e non deve mancare. Ad esempio puoi iniziare dotandoti di una tromba elettrica che per suono e uso è quasi uguale al clacson delle auto, quindi idonea in varie occasioni. Naturalmente il suono non è uguale per tutte: ogni tromba ha una sua tonalità, che può essere più grave o più acuta.

Poi ci sono le trombe elettromagnetiche che sono obbligatorie in qualsiasi navigazione. Esiste un regolamento internazionale creato per prevenire gli abbordi in mare, ed è il Colreg del 1972. Nell’area D del regolamento si legge che “una nave lunga uguale o superiore a 12 metri deve avere un fischio e una campana; anche l’imbarcazione più piccola deve avere un mezzo per produrre un segnale sonoro”, quindi è sempre opportuno avere a bordo almeno una tromba a gas.

Dare indicazioni durante la manovra: navigazione normale vs nebbia

Vediamo ora brevemente come utilizzare le trombe per barche in due condizioni di navigazione: normale e in caso di nebbia.

In caso di condizioni di navigazione normali, secondo il regolamento Colreg un suono breve corrisponde a un suono che dura un secondo, mentre uno prolungato dura dai 4 ai 6 secondi. Ad esempio un suono breve significa che la barca sta andando a dritta, mentre tre suoni brevi significano che va indietro.

La situazione cambia in caso di nebbia. Quando ci si trova con l’imbarcazione avvolta dalla nebbia (e questo capita molto spesso) bisogna interrompere subito la navigazione e issare il riflettore radar. Per quanto riguarda il segnale acustico, bisogna emettere suoni prolungati e intermittenti a seconda dello stato in cui si trova l’imbarcazione (durata del suono che va da qualche secondo a meno di 2 minuti).

Per questo motivo è consigliabile studiare bene ogni situazione così da trovarsi preparati in caso di pericolo.

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Giubbotti di salvataggio per barca: perché averli e come sceglierli

Uscire in mare senza avere a bordo o addosso un giubbotto salvagente è molto pericoloso. Non è solo una trasgressione delle regole che comporta anche una sanzione (è come non indossare il casco in moto o la cintura di sicurezza in auto), ma è una scelta che mette in pericolo la vita delle persone a bordo, affrontando l’ignoto del mare.

Insomma, su questo non ci sono dubbi: i giubbotti di salvataggio per barca non sono un optional.

Non sai come sceglierli e a quali aspetti porre attenzione? Continua a leggere per chiarirti le idee.

Norme e regolamenti

Per quanto riguarda i giubbotti di salvataggio per barca, esistono dei regolamenti e delle normative che li dividono in diverse classi.

La loro scelta dipende dal tipo di attività che andrai a svolgere: per intenderci, un giubbotto da crociera non sarà uguale a uno da kayak. Molto importante è anche la vestibilità. Ci sono modelli di varie taglie, e anche bambini e neonati devono avere il giubbotto adatto a loro.

Il giubbotto salvagente è obbligatorio quando si oltrepassano i 300 metri dalla costa. Consigliamo giubbotti realizzati seguendo le prassi dell’UE, che ha fornito indicazioni chiarissime circa materiali, performance e realizzazione. Per prima cosa, infatti, assicurati che il giubbotto abbia il marchio CE.

Scegliere i giubbotti: le 4 tipologie

Per orientarci nella scelta dei giubbotti di salvataggio per la barca esiste la normativa ISO 12402 che distingue le 4 tipologie di giubbotti salvagente in base alla spinta verso l’alto della persona che lo indossa, che è misurata in newton.

I primi sono i giubbotti che offrono un aiuto al galleggiamento, e sono giubbotti di classe 50 N. Sono dispositivi che non garantiscono la piena galleggiabilità di una persona in mezzo al mare mosso, soprattutto se il soggetto non sa nuotare o è incosciente.

Poi ci sono i giubbotti 100 N che garantiscono la galleggiabilità anche di chi non sa nuotare, ma in caso di persone agitate o appesantite dall’abbigliamento non offrono un galleggiamento confortevole. Possono essere usati su imbarcazioni che si muovono entro le 6 miglia dalla costa.

Successivamente ci sono i giubbotti 150 N. Essi offrono galleggiamento stabile e sono progettati per raddrizzare una persona priva di sensi, cosa che i 100 N non possono fare.

La classifica si conclude con i potentissimi 275 N: hanno una spinta di galleggiamento potentissima e sono indicati per condizioni di navigazione estreme e senza limiti.

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L’osmosi in barca: l’impermeabilizzante Aquastop che risolve il problema

L’osmosi in barca è un fenomeno molto comune che provoca non pochi grattacapi. Se non viene diagnosticata in fretta e con efficacia, l’osmosi causa danni molto gravi all’imbarcazione, problemi che richiederanno tempo e denaro per essere risolti.

Da oggi però puoi stare un po’ più tranquillo: Veneziani Yachting ha sviluppato Aquastop, un primer incredibile ed eccellente che è progettato proprio per le barche in vetroresina e per risolvere una volta per tutte il problema dell’osmosi. L’impermeabilizzante Aquastop protegge l’imbarcazione dalla tanto odiata osmosi. Ma come è nato questo fenomeno? E come lo si riconosce? Ecco alcune preziose indicazioni.

Che cos’è l’osmosi: cause e rimedi

L’osmosi non è altro che un fenomeno degenerativo della vetroresina e si presenta con delle bolle sugli scafi, evento che gli addetti ai lavori hanno cercato di capire come eliminare o arginare.

Per individuare come si manifesta l’osmosi e quando è il caso di utilizzare l’impermeabilizzante Aquastop, è necessario aprire una piccola parentesi sulla costruzione delle barche.

Spesso quando le imbarcazioni vengono costruite si utilizzano materiali che non sempre sono di qualità eccellente. Resine, collanti e indurenti uniti alle temperature e al tasso di umidità dell’ambiente di costruzione, creano un mix di elementi che portano – sul lungo periodo – all’osmosi.

I segni più comuni dell’osmosi sono di tipo superficiale: sono infatti bolle presenti tra il gelcoat e lo strato di laminato sottostante, rotonde e decisamente visibili.

Le funzionalità di Aquastop

L’impermeabilizzante Aquastop è molto utile per arginare questo problema. La sua funzione è doppia: funge da trattamento per le barche in vetroresina colpite da osmosi, e funziona anche come protezione preventiva della barca da questo fenomeno davvero fastidioso.

Aquastop rende la barca 100% impermeabile grazie a una formula potentissima studiata appositamente per evitare bolle e danni gravi. Naturalmente è studiato per resistere all’acqua sia dolce che salata, e applicato prima che l’osmosi si verifichi è un ottimo trattamento di protezione preventiva.

Quando si parla di osmosi le tempistiche sono importanti per risolvere il problema. Scopri sul nostro shop online un catalogo ricchissimo di prodotti per la nautica per prenderti cura della tua imbarcazione.

Pompa di sentina per barca: costi e consigli

Il problema dell’accumulo dell’acqua a livello della sentina è molto frequente in ambito nautico, poiché l’imbarcazione non è mai del tutto al sicuro da problemi di infiltrazioni o perdite dell’impianto idraulico.

Per questo motivo la pompa di sentina è uno strumento che deve essere necessariamente presente su tutte le barche.

Prima di affrontare la questione relativa ai costi, vediamo qualche nozione pratica sulla sentina. Per prima cosa la pompa di sentina per barca serve proprio a eliminare l’acqua che si accumula nella sentina in caso di pioggia, onde, condense e così via. La pompa rimuove tutti i liquidi nell’ambiente, aiutandoti a risolvere il problema velocemente.

Utilizzare la pompa di sentina correttamente

Naturalmente se la presenza di acqua nella sentina è un fenomeno ricorrente, devi senza dubbio accertarti di un’eventuale falla nell’imbarcazione.

Per far durare la pompa di sentina per barca a lungo ci sono alcune indicazioni. Se scegli una pompa manuale dovrai essere sicuro di posizionarla nel punto giusto e azionarla con movimenti non troppo bruschi per evitare di romperla.

Nel caso di pompe elettriche invece, il consiglio più rapido che possiamo darti è di non farla girare a secco per evitare di surriscaldare il motore. In questo senso forse dovresti valutare delle pompe autodescanti, che sono più resistenti in tal senso ma non di molto. Un consiglio che vale sempre, a prescindere dalla tipologia di pompa che utilizzerai, è di tenere la sentina ben pulita per evitare che qualsiasi elemento la rovini. Anche il filtro della pompa stessa va tenuto pulito per evitarne la rottura.

Costi delle pompe di sentina

In base alla pompa che scegli i prezzi sono senza dubbio variabili, ma non di certo troppo eccessivi quando si parla di sicurezza a bordo.

Si va da una spesa che si aggira intono ai 15 euro per pompe di sentina a immersione, a costi decisamente più altri per una pompa magari automatica che monta un sensore di livello interno che la fa azionare quando il livello dell’acqua raggiunge i 5 cm di altezza. Queste ultime superano i 100 euro, ma sono prodotti tecnologici utilissimi per evitare l’accumulo eccessivo di acqua.

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Resina epossidica resistente all’acqua: come scegliere quella giusta

È da molti considerato un materiale prodigioso, perché si presta a numerose applicazioni a bordo di un’imbarcazione. Parliamo della resina epossidica, un tipo di plastica che serve a riparare, modellare, rinforzare e incollare in caso di danni dell’ultimo secondo.

Naturalmente quando si tratta di barche, consigliamo una resina epossidica resistente all’acqua, in quanto ha la giusta combinazione di additivi che le permette di offrire performance eccellenti.

Piccola curiosità storica: lo sai che la prima resina epossidica introdotta nel mercato nautico risale a più di 40 anni fa? Si chiamava West System ed era un adesivo strutturale marino creato per attaccare il legno in modo permanente.

Come impiegare la resina epossidica

Ci sono migliaia e migliaia di utilizzi della resina epossidica resistente all’acqua. È una sostanza che, applicata ovviamente con i giusti dispositivi, permette di riparare lo scafo e la coperta in poche mosse, oltre a consentire riparazioni e installazioni di nuovi arredi come mensole e paratie.

Non serve essere dei progettisti di barche per utilizzare correttamente la resina epossidica: puoi apportare migliorie su qualsiasi materiale e dimensione, compiti che sono alla portata di tutti i diportisti.

Le aree di intervento della resina epossidica sono essenzialmente 4:

  • Impregnante
  • Adesivo
  • Stuccante
  • Laminante

 

I 4 impieghi della resina epossidica

Assodato che la resina epossidica resistente all’acqua non può mai mancare a bordo per la sua duttilità, vediamo uno ad uno i suoi utilizzi.

Come impregnante è perfetta per creare un rivestimento che protegge il legno dall’umidità, fungendo da barriera anche per l’imbarcazione stessa. Prodotti come questo in fase di applicazione creano una barriera resistente all’acqua, che li rende praticamente impenetrabili.

Per quanto riguarda la funzione adesiva e di incollaggio, consigliamo questo tipo di resina sia per isolare l’area sia per renderla più impermeabile.

Anche per stuccare e laminare c’è una resina epossidica adatta. Basta applicarla per riparare crepe o avvallamenti del legno, o per assemblare pannelli di ampia superficie magari di forma piatta e sottile.

Insomma, per qualsiasi necessità la resina epossidica si conferma il miglior prodotto in assoluto.

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Pulizia della barca: Laser, il gel disincrostante di cui non potrai fare a meno

Pulizia della barca: Laser, il gel disincrostante di cui non potrai fare a meno

Per ogni problema riguardante la pulizia della barca c’è un prodotto specifico che risolve la situazione.

Uno di questi è il Laser gel disincrostante, un potente gel che elimina le incrostazioni e le formazioni calcaree sia dalle carene in VTR che in gomma.

Qualsiasi punto della barca tu debba pulire, non c’è incrostazione che il gel Laser non riesca a togliere. In casi di ruggine è particolarmente indicato per ottenere un risultato perfetto e preciso, e per essere pronti a salpare per il tuo prossimo viaggio. Vediamo qualche indicazione sull’uso di questo prodotto.

 

Eliminare efficacemente la ruggine dall’acciaio

Come abbiamo specificato più volte nei nostri articoli, in caso di pulizia della barca è sempre preferibile utilizzare prodotti che siano specifici per il mondo nautico, come appunto il gel disincrostante Laser.

In questo modo non solo siamo certi di eliminare la ruggine dall’acciaio, ma anche di preservarne la brillantezza e di non danneggiare eventuali parti vicine in gelcoat o legno.

Per prima cosa bisogna cospargere la superficie arrugginita con il gel utilizzando una spugnetta o un pennello. Attendere dai 3 ai 15 minuti per far sì che il prodotto agisca, risciacquare bene applicando poi il Forza 100, un detergente sgrassante concentrato perfetto per la pulizia quotidiana dell’imbarcazione.

Quando cominciare la pulizia della barca?

La risposta è semplice: in primavera. Il motivo è uno solo: l’arrivo della bella stagione permette di aprire tutti gli osteriggi, i gavoni esterni, il tambucio e le parti di uso comune della barca, come armadi, cassetti, stipetti e porte.

In inverno e in autunno la barca incamera polvere e ristagno di umidità, che danno il via alla presenza di sgradevoli muffe o cattivi odori. Per questo motivo consigliamo una pulizia profonda anche in vista dell’arrivo dell’autunno, prima di porre la barca a riposo. In questo modo si eviterà il più possibile la comparsa di muffe e batteri che inquineranno l’ambiente interno.

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Radio di bordo: come scegliere i VHF nautici portatili o fissi

Gli strumenti di navigazione sono tantissimi, e quando si vuole acquistare un VHF per la propria barca le domande che sorgono sono numerose.

Cosa è preferibile acquistare? Dei VHF nautici portatili o fissi? Se sei ancora alle prime armi in questo mondo, è bene che tu sappia che è obbligatorio avere a bordo una radio VHF per tutte le imbarcazioni che navigano oltre le 6 miglia dalla costa. Questo comunque non esclude la presenza di un VHF anche per chi percorre distanze inferiori. Questo strumento è molto utile in situazioni di emergenza, che possono verificarsi sulle brevi e sulle lunghe percorrenze. Fatta questa doverosa premessa, vediamo nel dettaglio come scegliere questo strumento.

Mobile o fisso? Entrambi

Se la tua idea è quella di acquistare dei VHF nautici portatili piuttosto che fissi, il nostro consiglio è di optare per entrambi, e quindi di comprare sia un VHF fisso che uno mobile.

In mare possono verificarsi una miriade di dinamiche differenti, motivo per cui è consigliabile avere a bordo entrambe le tipologie di apparecchio così da rispondere a ogni evento.  Molte persone credono che scegliendo un VHF portatile non ci sia bisogno di una licenza. Sbagliato, qualsiasi tipologia di VHF richiede una regolare licenza RTF rilasciata dal Ministero dello Sviluppo economico.

 

Vantaggi e svantaggi del VHF fisso o portatile

Tra i vantaggi dei VHF nautici portatili c’è senza dubbio l’invio e la ricezione di un messaggio da qualsiasi punto della barca, senza che sia necessario scendere nella postazione di controllo per assolvere a questo compito.

Un’altra situazione in cui la soluzione mobile è ideale riguarda la sfortunata ipotesi in cui le batterie della barca vadano in avaria. Un VHF fisso in questo caso non funzionerebbe, mentre quello mobile sì.

Tuttavia uno degli svantaggi del VHF portatile riguarda la potenza di emissione, che nei VHF portatili è minore rispetto ai fissi. I portatili in genere trasmettono fino a 5 Watt, mentre i fissi arrivano a 25 Watt di potenza.

Se a bordo ci si dota di entrambi gli apparecchi, qualsiasi situazione emergenziale può essere gestita nel migliore dei modi.

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Molle di ormeggio per barca: a cosa servono e come sceglierle

Qual è lo scopo delle molle di ormeggio per barca? Quando non si sa quali scegliere, che tipo di criterio applicare per evitare prodotti di bassa qualità? Le molle di ormeggio sono un accessorio immancabile a bordo: come dice la parola stessa, sono utilizzate per ridurre la tensione all’interno delle linee di ormeggio e, quindi, migliorano l’oscillazione di una barca quando è in sosta nel porto.
Possono sembrare accessori superflui, ma in realtà il loro utilizzo favorisce un ambiente più confortevole e stabile per l’utente finale, oltre a una maggiore sicurezza per le tacchette a poppa.

Ormeggi sicuri con gli accessori giusti

In caso di vento, mare mosso e correnti decise, le molle di ormeggio per barca sono molto utili poiché contrastano le sollecitazioni tipiche di certe situazioni.

Possono essere realizzate in gomma o acciaio, e i modelli sono davvero numerosi: si va dalle molle più sofisticate a quelle con anelli semplici o con elastici in polimero, insomma la scelta è davvero ampia. Ci sono diportisti che continuano a non utilizzarle, ma per coloro che hanno provato questo sistema tornare indietro è davvero difficile. L’assenza di sollecitazioni fa sentire le persone a bordo molto più protette e sicure, una sensazione a cui è difficile rinunciare. Se aggiungiamo anche gli ammortizzatori l’ormeggio stesso è reso anche più semplice, perché il loro compito è di stabilizzare molto più velocemente la barca in porto.
Diversamente bisognerà regolare le cime dell’imbarcazione, e questo è sicuramente più impegnativo di dotarsi di sistemi del genere.

Dalle molle in gomma a quelle in acciaio, ecco come sceglierle

Le molle di ormeggio per barca possono essere in acciaio o in gomma, anche se recentemente sul mercato si trovano anche molle miste in acciaio ed elastomeri. La scelta va fatta in base al peso dell’imbarcazione.

Quest’ultimo va calcolato rapportando il peso dell’imbarcazione a vuoto al valore del carico di rottura decurtato del 30% – 40%. Se si ha una molla di ormeggio troppo piccola si creeranno delle forze eccessive che potrebbero spezzare la molla, mentre se si ha una molla troppo grande non ci sarà un meccanismo di smorzamento tale da regolare la forza di trazione.

In ogni caso è sempre opportuno scegliere prodotti che diano sicurezza all’imbarcazione. Nel nostro shop online ce ne sono diversi, puoi anche contattarci per supporto nella scelta migliore per te.

Antivegetativa barca: cos’è e a cosa serve

Come dice la parola stessa, l’antivegetativa è una sostanza che protegge la barca dagli organismi marini che, inevitabilmente, vi si depositano.

Sull’argomento dell’antivegetativa per la barca gli appassionati sono sempre molto recettivi, perché i dubbi e le domande su questo prodotto non finiscono mai. Cominciamo col dire che questa sostanza è importante per il natante, e va utilizzata periodicamente. Se non si seguono queste regole, gli scafi si riempiranno di vegetazione che sarà ancora più difficile da eliminare.

Il motivo per cui l’antivegetativa esiste è di evitare/rallentare lo sviluppo di vegetazione marina, proteggendo lo scafo internamente ed esternamente.

Infatti, una delle nozioni che molti non conoscono, è che la vegetazione si sviluppa non solo fuori l’imbarcazione ma anche internamente, ricavandosi uno spazio nella pellicola di vernice che riveste la barca.

A maggior ragione il suo utilizzo è ancora più importante.

Velocità della barca

Ebbene sì, l’antivegetativa per barca “accelera” la velocità della stessa.

I regatisti più esperti lo sanno, curare la propria barca periodicamente con un’antivegetativa di qualità assicura maggiore velocità. Il motivo è molto semplice: la vegetazione cresciuta sullo scafo creerà un notevole attrito e un peso superfluo, due cose che impediranno all’imbarcazione di raggiungere la velocità desiderata. Non è un caso che uno dei consigli che diamo ai nostri clienti prima di una regata consista proprio nel pulire la barca fino in fondo, per eliminare ogni resistenza all’avanzata. Questo è un problema che interessa sia le barche a vela che quelle a motore. Un altro aspetto riguarda la natura e l’inquinamento: una barca più pesante e sporca consumerà più carburante, e questo è sicuramente un aspetto su cui riflettere se si vuol godere di un mare pulito.

La sicurezza dell’imbarcazione dipende dalla pulizia

Anche questo punto di vista può passare in secondo piano ma è, in realtà, importantissimo. Poiché sull’imbarcazione la vegetazione cresce in maniera disordinata e frastagliata, questo incide sul bilanciamento dello scafo. Il tutto si traduce in una barca meno governabile del normale, diventando un elemento pericoloso per le persone a bordo.

Come abbiamo visto, i pericoli della mancata applicazione dell’antivegetativa per barca non sono solo di natura estetica. Consigliamo di trattare frequentemente la propria imbarcazione, soprattutto se durante la stagione fredda è parcheggiata fuori dall’acqua.

Prima di tornare a navigare, un trattamento profondo e accurato sarà un passaggio fondamentale di cui occuparsi.

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