Giubbotti di salvataggio per barca: perché averli e come sceglierli

Uscire in mare senza avere a bordo o addosso un giubbotto salvagente è molto pericoloso. Non è solo una trasgressione delle regole che comporta anche una sanzione (è come non indossare il casco in moto o la cintura di sicurezza in auto), ma è una scelta che mette in pericolo la vita delle persone a bordo, affrontando l’ignoto del mare.

Insomma, su questo non ci sono dubbi: i giubbotti di salvataggio per barca non sono un optional.

Non sai come sceglierli e a quali aspetti porre attenzione? Continua a leggere per chiarirti le idee.

Norme e regolamenti

Per quanto riguarda i giubbotti di salvataggio per barca, esistono dei regolamenti e delle normative che li dividono in diverse classi.

La loro scelta dipende dal tipo di attività che andrai a svolgere: per intenderci, un giubbotto da crociera non sarà uguale a uno da kayak. Molto importante è anche la vestibilità. Ci sono modelli di varie taglie, e anche bambini e neonati devono avere il giubbotto adatto a loro.

Il giubbotto salvagente è obbligatorio quando si oltrepassano i 300 metri dalla costa. Consigliamo giubbotti realizzati seguendo le prassi dell’UE, che ha fornito indicazioni chiarissime circa materiali, performance e realizzazione. Per prima cosa, infatti, assicurati che il giubbotto abbia il marchio CE.

Scegliere i giubbotti: le 4 tipologie

Per orientarci nella scelta dei giubbotti di salvataggio per la barca esiste la normativa ISO 12402 che distingue le 4 tipologie di giubbotti salvagente in base alla spinta verso l’alto della persona che lo indossa, che è misurata in newton.

I primi sono i giubbotti che offrono un aiuto al galleggiamento, e sono giubbotti di classe 50 N. Sono dispositivi che non garantiscono la piena galleggiabilità di una persona in mezzo al mare mosso, soprattutto se il soggetto non sa nuotare o è incosciente.

Poi ci sono i giubbotti 100 N che garantiscono la galleggiabilità anche di chi non sa nuotare, ma in caso di persone agitate o appesantite dall’abbigliamento non offrono un galleggiamento confortevole. Possono essere usati su imbarcazioni che si muovono entro le 6 miglia dalla costa.

Successivamente ci sono i giubbotti 150 N. Essi offrono galleggiamento stabile e sono progettati per raddrizzare una persona priva di sensi, cosa che i 100 N non possono fare.

La classifica si conclude con i potentissimi 275 N: hanno una spinta di galleggiamento potentissima e sono indicati per condizioni di navigazione estreme e senza limiti.

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L’osmosi in barca: l’impermeabilizzante Aquastop che risolve il problema

L’osmosi in barca è un fenomeno molto comune che provoca non pochi grattacapi. Se non viene diagnosticata in fretta e con efficacia, l’osmosi causa danni molto gravi all’imbarcazione, problemi che richiederanno tempo e denaro per essere risolti.

Da oggi però puoi stare un po’ più tranquillo: Veneziani Yachting ha sviluppato Aquastop, un primer incredibile ed eccellente che è progettato proprio per le barche in vetroresina e per risolvere una volta per tutte il problema dell’osmosi. L’impermeabilizzante Aquastop protegge l’imbarcazione dalla tanto odiata osmosi. Ma come è nato questo fenomeno? E come lo si riconosce? Ecco alcune preziose indicazioni.

Che cos’è l’osmosi: cause e rimedi

L’osmosi non è altro che un fenomeno degenerativo della vetroresina e si presenta con delle bolle sugli scafi, evento che gli addetti ai lavori hanno cercato di capire come eliminare o arginare.

Per individuare come si manifesta l’osmosi e quando è il caso di utilizzare l’impermeabilizzante Aquastop, è necessario aprire una piccola parentesi sulla costruzione delle barche.

Spesso quando le imbarcazioni vengono costruite si utilizzano materiali che non sempre sono di qualità eccellente. Resine, collanti e indurenti uniti alle temperature e al tasso di umidità dell’ambiente di costruzione, creano un mix di elementi che portano – sul lungo periodo – all’osmosi.

I segni più comuni dell’osmosi sono di tipo superficiale: sono infatti bolle presenti tra il gelcoat e lo strato di laminato sottostante, rotonde e decisamente visibili.

Le funzionalità di Aquastop

L’impermeabilizzante Aquastop è molto utile per arginare questo problema. La sua funzione è doppia: funge da trattamento per le barche in vetroresina colpite da osmosi, e funziona anche come protezione preventiva della barca da questo fenomeno davvero fastidioso.

Aquastop rende la barca 100% impermeabile grazie a una formula potentissima studiata appositamente per evitare bolle e danni gravi. Naturalmente è studiato per resistere all’acqua sia dolce che salata, e applicato prima che l’osmosi si verifichi è un ottimo trattamento di protezione preventiva.

Quando si parla di osmosi le tempistiche sono importanti per risolvere il problema. Scopri sul nostro shop online un catalogo ricchissimo di prodotti per la nautica per prenderti cura della tua imbarcazione.

Resina epossidica resistente all’acqua: come scegliere quella giusta

È da molti considerato un materiale prodigioso, perché si presta a numerose applicazioni a bordo di un’imbarcazione. Parliamo della resina epossidica, un tipo di plastica che serve a riparare, modellare, rinforzare e incollare in caso di danni dell’ultimo secondo.

Naturalmente quando si tratta di barche, consigliamo una resina epossidica resistente all’acqua, in quanto ha la giusta combinazione di additivi che le permette di offrire performance eccellenti.

Piccola curiosità storica: lo sai che la prima resina epossidica introdotta nel mercato nautico risale a più di 40 anni fa? Si chiamava West System ed era un adesivo strutturale marino creato per attaccare il legno in modo permanente.

Come impiegare la resina epossidica

Ci sono migliaia e migliaia di utilizzi della resina epossidica resistente all’acqua. È una sostanza che, applicata ovviamente con i giusti dispositivi, permette di riparare lo scafo e la coperta in poche mosse, oltre a consentire riparazioni e installazioni di nuovi arredi come mensole e paratie.

Non serve essere dei progettisti di barche per utilizzare correttamente la resina epossidica: puoi apportare migliorie su qualsiasi materiale e dimensione, compiti che sono alla portata di tutti i diportisti.

Le aree di intervento della resina epossidica sono essenzialmente 4:

  • Impregnante
  • Adesivo
  • Stuccante
  • Laminante

 

I 4 impieghi della resina epossidica

Assodato che la resina epossidica resistente all’acqua non può mai mancare a bordo per la sua duttilità, vediamo uno ad uno i suoi utilizzi.

Come impregnante è perfetta per creare un rivestimento che protegge il legno dall’umidità, fungendo da barriera anche per l’imbarcazione stessa. Prodotti come questo in fase di applicazione creano una barriera resistente all’acqua, che li rende praticamente impenetrabili.

Per quanto riguarda la funzione adesiva e di incollaggio, consigliamo questo tipo di resina sia per isolare l’area sia per renderla più impermeabile.

Anche per stuccare e laminare c’è una resina epossidica adatta. Basta applicarla per riparare crepe o avvallamenti del legno, o per assemblare pannelli di ampia superficie magari di forma piatta e sottile.

Insomma, per qualsiasi necessità la resina epossidica si conferma il miglior prodotto in assoluto.

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Pulizia della barca: Laser, il gel disincrostante di cui non potrai fare a meno

Pulizia della barca: Laser, il gel disincrostante di cui non potrai fare a meno

Per ogni problema riguardante la pulizia della barca c’è un prodotto specifico che risolve la situazione.

Uno di questi è il Laser gel disincrostante, un potente gel che elimina le incrostazioni e le formazioni calcaree sia dalle carene in VTR che in gomma.

Qualsiasi punto della barca tu debba pulire, non c’è incrostazione che il gel Laser non riesca a togliere. In casi di ruggine è particolarmente indicato per ottenere un risultato perfetto e preciso, e per essere pronti a salpare per il tuo prossimo viaggio. Vediamo qualche indicazione sull’uso di questo prodotto.

 

Eliminare efficacemente la ruggine dall’acciaio

Come abbiamo specificato più volte nei nostri articoli, in caso di pulizia della barca è sempre preferibile utilizzare prodotti che siano specifici per il mondo nautico, come appunto il gel disincrostante Laser.

In questo modo non solo siamo certi di eliminare la ruggine dall’acciaio, ma anche di preservarne la brillantezza e di non danneggiare eventuali parti vicine in gelcoat o legno.

Per prima cosa bisogna cospargere la superficie arrugginita con il gel utilizzando una spugnetta o un pennello. Attendere dai 3 ai 15 minuti per far sì che il prodotto agisca, risciacquare bene applicando poi il Forza 100, un detergente sgrassante concentrato perfetto per la pulizia quotidiana dell’imbarcazione.

Quando cominciare la pulizia della barca?

La risposta è semplice: in primavera. Il motivo è uno solo: l’arrivo della bella stagione permette di aprire tutti gli osteriggi, i gavoni esterni, il tambucio e le parti di uso comune della barca, come armadi, cassetti, stipetti e porte.

In inverno e in autunno la barca incamera polvere e ristagno di umidità, che danno il via alla presenza di sgradevoli muffe o cattivi odori. Per questo motivo consigliamo una pulizia profonda anche in vista dell’arrivo dell’autunno, prima di porre la barca a riposo. In questo modo si eviterà il più possibile la comparsa di muffe e batteri che inquineranno l’ambiente interno.

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Radio di bordo: come scegliere i VHF nautici portatili o fissi

Gli strumenti di navigazione sono tantissimi, e quando si vuole acquistare un VHF per la propria barca le domande che sorgono sono numerose.

Cosa è preferibile acquistare? Dei VHF nautici portatili o fissi? Se sei ancora alle prime armi in questo mondo, è bene che tu sappia che è obbligatorio avere a bordo una radio VHF per tutte le imbarcazioni che navigano oltre le 6 miglia dalla costa. Questo comunque non esclude la presenza di un VHF anche per chi percorre distanze inferiori. Questo strumento è molto utile in situazioni di emergenza, che possono verificarsi sulle brevi e sulle lunghe percorrenze. Fatta questa doverosa premessa, vediamo nel dettaglio come scegliere questo strumento.

Mobile o fisso? Entrambi

Se la tua idea è quella di acquistare dei VHF nautici portatili piuttosto che fissi, il nostro consiglio è di optare per entrambi, e quindi di comprare sia un VHF fisso che uno mobile.

In mare possono verificarsi una miriade di dinamiche differenti, motivo per cui è consigliabile avere a bordo entrambe le tipologie di apparecchio così da rispondere a ogni evento.  Molte persone credono che scegliendo un VHF portatile non ci sia bisogno di una licenza. Sbagliato, qualsiasi tipologia di VHF richiede una regolare licenza RTF rilasciata dal Ministero dello Sviluppo economico.

 

Vantaggi e svantaggi del VHF fisso o portatile

Tra i vantaggi dei VHF nautici portatili c’è senza dubbio l’invio e la ricezione di un messaggio da qualsiasi punto della barca, senza che sia necessario scendere nella postazione di controllo per assolvere a questo compito.

Un’altra situazione in cui la soluzione mobile è ideale riguarda la sfortunata ipotesi in cui le batterie della barca vadano in avaria. Un VHF fisso in questo caso non funzionerebbe, mentre quello mobile sì.

Tuttavia uno degli svantaggi del VHF portatile riguarda la potenza di emissione, che nei VHF portatili è minore rispetto ai fissi. I portatili in genere trasmettono fino a 5 Watt, mentre i fissi arrivano a 25 Watt di potenza.

Se a bordo ci si dota di entrambi gli apparecchi, qualsiasi situazione emergenziale può essere gestita nel migliore dei modi.

Continua a seguirci sul nostro blog per restare aggiornato su tutte le novità del mondo nautico.

Molle di ormeggio per barca: a cosa servono e come sceglierle

Qual è lo scopo delle molle di ormeggio per barca? Quando non si sa quali scegliere, che tipo di criterio applicare per evitare prodotti di bassa qualità? Le molle di ormeggio sono un accessorio immancabile a bordo: come dice la parola stessa, sono utilizzate per ridurre la tensione all’interno delle linee di ormeggio e, quindi, migliorano l’oscillazione di una barca quando è in sosta nel porto.
Possono sembrare accessori superflui, ma in realtà il loro utilizzo favorisce un ambiente più confortevole e stabile per l’utente finale, oltre a una maggiore sicurezza per le tacchette a poppa.

Ormeggi sicuri con gli accessori giusti

In caso di vento, mare mosso e correnti decise, le molle di ormeggio per barca sono molto utili poiché contrastano le sollecitazioni tipiche di certe situazioni.

Possono essere realizzate in gomma o acciaio, e i modelli sono davvero numerosi: si va dalle molle più sofisticate a quelle con anelli semplici o con elastici in polimero, insomma la scelta è davvero ampia. Ci sono diportisti che continuano a non utilizzarle, ma per coloro che hanno provato questo sistema tornare indietro è davvero difficile. L’assenza di sollecitazioni fa sentire le persone a bordo molto più protette e sicure, una sensazione a cui è difficile rinunciare. Se aggiungiamo anche gli ammortizzatori l’ormeggio stesso è reso anche più semplice, perché il loro compito è di stabilizzare molto più velocemente la barca in porto.
Diversamente bisognerà regolare le cime dell’imbarcazione, e questo è sicuramente più impegnativo di dotarsi di sistemi del genere.

Dalle molle in gomma a quelle in acciaio, ecco come sceglierle

Le molle di ormeggio per barca possono essere in acciaio o in gomma, anche se recentemente sul mercato si trovano anche molle miste in acciaio ed elastomeri. La scelta va fatta in base al peso dell’imbarcazione.

Quest’ultimo va calcolato rapportando il peso dell’imbarcazione a vuoto al valore del carico di rottura decurtato del 30% – 40%. Se si ha una molla di ormeggio troppo piccola si creeranno delle forze eccessive che potrebbero spezzare la molla, mentre se si ha una molla troppo grande non ci sarà un meccanismo di smorzamento tale da regolare la forza di trazione.

In ogni caso è sempre opportuno scegliere prodotti che diano sicurezza all’imbarcazione. Nel nostro shop online ce ne sono diversi, puoi anche contattarci per supporto nella scelta migliore per te.

Antivegetativa barca: cos’è e a cosa serve

Come dice la parola stessa, l’antivegetativa è una sostanza che protegge la barca dagli organismi marini che, inevitabilmente, vi si depositano.

Sull’argomento dell’antivegetativa per la barca gli appassionati sono sempre molto recettivi, perché i dubbi e le domande su questo prodotto non finiscono mai. Cominciamo col dire che questa sostanza è importante per il natante, e va utilizzata periodicamente. Se non si seguono queste regole, gli scafi si riempiranno di vegetazione che sarà ancora più difficile da eliminare.

Il motivo per cui l’antivegetativa esiste è di evitare/rallentare lo sviluppo di vegetazione marina, proteggendo lo scafo internamente ed esternamente.

Infatti, una delle nozioni che molti non conoscono, è che la vegetazione si sviluppa non solo fuori l’imbarcazione ma anche internamente, ricavandosi uno spazio nella pellicola di vernice che riveste la barca.

A maggior ragione il suo utilizzo è ancora più importante.

Velocità della barca

Ebbene sì, l’antivegetativa per barca “accelera” la velocità della stessa.

I regatisti più esperti lo sanno, curare la propria barca periodicamente con un’antivegetativa di qualità assicura maggiore velocità. Il motivo è molto semplice: la vegetazione cresciuta sullo scafo creerà un notevole attrito e un peso superfluo, due cose che impediranno all’imbarcazione di raggiungere la velocità desiderata. Non è un caso che uno dei consigli che diamo ai nostri clienti prima di una regata consista proprio nel pulire la barca fino in fondo, per eliminare ogni resistenza all’avanzata. Questo è un problema che interessa sia le barche a vela che quelle a motore. Un altro aspetto riguarda la natura e l’inquinamento: una barca più pesante e sporca consumerà più carburante, e questo è sicuramente un aspetto su cui riflettere se si vuol godere di un mare pulito.

La sicurezza dell’imbarcazione dipende dalla pulizia

Anche questo punto di vista può passare in secondo piano ma è, in realtà, importantissimo. Poiché sull’imbarcazione la vegetazione cresce in maniera disordinata e frastagliata, questo incide sul bilanciamento dello scafo. Il tutto si traduce in una barca meno governabile del normale, diventando un elemento pericoloso per le persone a bordo.

Come abbiamo visto, i pericoli della mancata applicazione dell’antivegetativa per barca non sono solo di natura estetica. Consigliamo di trattare frequentemente la propria imbarcazione, soprattutto se durante la stagione fredda è parcheggiata fuori dall’acqua.

Prima di tornare a navigare, un trattamento profondo e accurato sarà un passaggio fondamentale di cui occuparsi.

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Ecoscandaglio Garmin: ecco perché dovresti averne uno sulla tua imbarcazione

Non solo pescatori, ma anche amatori e professionisti: tutti vogliono un ecoscandaglio Garmin. Quando nacque, questo strumento veniva utilizzato per cercare e trovare sommergibili nemici durante la seconda Guerra Mondiale attraverso la tecnologia degli idrofoni e dei sonar. Man mano il suo utilizzo si è diffuso nel mondo della pesca, dove era necessario per ottenere informazioni sulla presenza di pesci e sul fondale in genere. Grazie a un abbattimento dei costi notevole, l’ecoscandaglio è utilizzato da tutti coloro che navigano, perché consente di misurare la distanza tra la superficie e il fondale, il tutto comunicato attraverso impulsi sonori. La tecnologia dell’ecoscandaglio non si differenzia da quella dei radar, se non per la velocità della propagazione del segnale e il tipo di onda.

Breve guida al funzionamento di un ecoscandaglio

Che si tratti di un ecoscandaglio Garmin o di un’altra tipologia, possiamo dire che il trasduttore incaricato di ricevere l’energia elettrica la trasforma in sonora in modo tale che l’impulso venga trasmesso al fondale. Quando l’obiettivo è individuato e colpito, qualunque sia la sua entità (che si tratti di un pesce o un insieme di alghe o rocce), il suono viene riflesso, torna al trasduttore e tramite l’amplificatore – prima – e il ricevitore – poi – viene visualizzato sul display. Ne consegue l’importanza di questo strumento a bordo, che permette di evitare che la barca si incagli su un fondale, e di scontrarsi con eventuali relitti. Per le navigazioni più professionali e complesse è importante non solo capire ciò che sta sotto la carena ma anche ciò che avviene ai lati dell’imbarcazione e di fronte. L’altissima prestazione tecnologica e innovativa di questi dispositivi consente una visualizzazione dei dettagli quasi come fosse una fotografia. In che modo? Utilizzando trasduttori sofisticati come i Panoptix, puoi ottenere una maggiore definizione delle immagini anche a scafo fermo.

Alcune dritte per imparare a leggere il fondale

Adesso che abbiamo compreso l’importanza di un ecoscandaglio Garmin a bordo della tua imbarcazione, vediamo come leggere e interpretare alcuni dati.

Partiamo dalla consistenza del fondale: sugli schermi è visualizzato solitamente con differenti gradazioni di colore, il che dipende dalla durezza del fondale. Permette di comprendere la tipologia del fondale, nonché la presenza di sabbia, rocce, posidonie o sedimenti di altra natura.

Come individuare dei pesci? Ci sono alcuni ecoscandagli che hanno l’iconcina dei pesci che è inequivocabile e ti permette di capire a colpo sicuro che si tratta di eventuali prede e non di altro. I movimenti che i pesci compiono in acqua aiutano a capire anche la tipologia di pesce. Infatti in base alle scie che lasciano, e al loro comportamento, potrai intuire se ciò che vedi è un banco di tonni, calamari o altro.

Non sai quale ecoscandaglio faccia al caso tuo? Dai un’occhiata alla nostra vasta gamma di prodotti per la navigazione per trovare quello più adatto alle tue esigenze.

Rimessaggio del gommone o della barca: perché è importante controllare l’indicatore di livello carburante

Prima di mollare gli ormeggi è fondamentale fare un bel tagliando annuale al motore della nostra imbarcazione, compreso il controllo dell’indicatore di livello carburante. Questa “strategia” eviterà brutte sorprese in navigazione, sia per quanto riguarda la sicurezza sia per la gestione del budget destinato alla nostra gita in mare. Fare una manutenzione periodica del gommone o della barca è un investimento che prolunga la vita dell’imbarcazione, che si tratti di una di piccole dimensioni o di un natante più grande e imponente. Ci sono dei controlli da fare necessari per partire con serenità. Il primo, non a caso, è il livello di carburante. Perché? Scopriamolo insieme.

La prima manutenzione da eseguire

Potrà sembrare banale e scontato, ma controllare l’indicatore di livello carburante può risultare un’operazione talmente semplice di cui però troppo spesso ci si dimentica. È invece una prassi obbligatoria per qualunque diportista, considerato che molti interventi eseguiti dalla Guardia Costiera indicano come prima causa di emergenza i serbatoi asciutti di barche o gommoni. Per regolarci sulla quantità giusta di carburante è imprescindibile conoscere la capienza del serbatoio e controllare periodicamente i livelli di carburante. Molte imbarcazioni hanno dei sistemi di monitoraggio composti da sensori di livello e indicatori sul cruscotto. Ci sono anche indicatori più sofisticati che emettono un allarme sonoro quando il livello minimo di carburante è stato raggiunto. È la cosiddetta riserva, presente anche sulle automobili. Nel caso in cui non si conoscano i consumi orari del propulsore, è opportuno consultare il libretto di manutenzione del motore dove sono indicati con esattezza.

Perché è importante ottimizzare i consumi

Non solo economia ma anche rispetto per l’ambiente. Ottimizzare i consumi, magari con un indicatore di livello carburante perfettamente funzionante, permette sia di risparmiare sia di aumentare l’autonomia di navigazione. Il carburante è molto costoso, pesante e ingombrante, e sarebbe opportuno riuscire a navigare di più con meno carburante. Anche dal punto di vista ambientale prendersi cura di questo aspetto ha sicuramente i suoi vantaggi.

L’indicatore carburante VDO (disponibile nel nostro e-commerce sia nero che bianco) è studiato e progettato per mostrare il livello del serbatorio e per essere accoppiato con diversi sensori a leva e trasmettitori di livello.

Ricordati di adottare queste accortezze che ti abbiamo suggerito per preservare la salute del tuo natante e navigare in totale sicurezza e tranquillità.

Olio per motore Mercury OptiMax 2 tempi: come dare grinta al motore

In casa Mercury c’è un vecchio motore due tempi che da anni promette ottime performance sia nella velocità che nell’accelerazione. Il successo dei motori OptiMax inizialmente con il 75 HP ha favorito lo sviluppo di una gamma di prototipi più potenti, da 135 a 250 cv.

Il motore è il cuore della barca, e per permettergli di funzionare bene è necessario utilizzare un buon olio. Se possiedi un gommone con motore Mercury OptiMax, è preferibile utilizzare un olio per motore Mercury Quicksilver DFI specifico per motori  OptiMax 2 tempi o oli per miscela fuoribordo. Questa scelta ti consente di far funzionare egregiamente il motore e ti offre le caratteristiche di potenza e velocità che abbiamo appena citato.

Olio 2 tempi commerciale vs olio 2 tempi marino

Olio ad uso marino o destinato alle a motocicli e mezzi commerciali? È una domanda che si pone chi non conosce bene il mondo della barca. Molti si chiedono, infatti, cosa rende differenti gli oli per motori marini da quelli utilizzati nel mondo delle moto e dei mezzi da lavoro. Il vero interrogativo riguarda la compatibilità dei due, cioè se è possibile utilizzare per la barca l’olio 2 tempi classico. Utilizzare l’olio per 2 tempi ad esempio per motocicli nel motore del nostro natante non lo danneggia di sicuro, ma questo non vuol dire che sia adatto. Gli oli 2 tempi commerciali non hanno le stesse capacità e caratteristiche di un olio studiato per lavorare a contatto con l’acqua salata di mare, come ad esempio l’olio per motore Mercury OptiMax, Quicksilver DFI 2 tempi che è studiato appositamente per i fuoribordo Mercury ad iniezione diretta.

Un’altra differenza importante tra olio nautico e olio commerciale sta negli additivi: gli oli marini hanno additivi studiati per avere un effetto antiusura e antiossidante nei confronti dell’umidità e della salinità in cui opera normalmente un motore da barca.

Come scegliere l’olio motore: mini guida alle 3 tipologie più diffuse

Assodato che affidarsi a oli specifici come l’olio per motore Mercury OptiMax Quicksilver DFI significa andare sul sicuro e proteggere il proprio motore, in base al rapporto tra i vari additivi possiamo suddividere gli oli in 3 tipi:

  • minerali, sono oli di base che si ottengono come sottoprodotto della raffinazione del petrolio, contengono più impurità e non mantengono una fluidità e viscosità costante alle alte temperature lasciando più residui man mano che si degradano all’interno del motore.
  • sintetici, vengono sintetizzati in laboratorio mediante ulteriore raffinazione degli oli minerali e componenti chimici e tendono a restare completamente operativi in una gamma di temperature più ampie rispetto ai minerali, con un notevole vantaggio in termini di usura del motore e residui carboniosi al suo interno.
  • semi-sintetici, sono una via di mezzo e sono quelli con una base minerale ma realizzati con tecnologie speciali. Hanno più additivi rispetto ai minerali e sono perfetti per ambienti con inverni miti ed estati non troppo calde. Relativamente economici rispetto agli oli sintetici, hanno qualche vantaggio in più se paragonati agli oli minerali perché hanno durata maggiore, maggiore efficienta e resistenza agli sbalzi di temperatura

Nel nostro e-commerce dedicato al mondo della nautica troverai numerosi oli per motori e le schede tecniche per scegliere il miglior prodotto per il tuo gommone o la tua barca.

Hai un motore Mercury? Prova i nostri oli specifici per dare al tuo motore solo il meglio.