Pompe di sentina manuali: perché sono importanti per l’imbarcazione

Nessuna barca è immune al problema dell’accumulo dell’acqua in sentina, per questo motivo ci sono le pompe di sentina che aiutano ad eliminarla. Lasciare che l’acqua si raccolga in grande quantità e possa mettere in circolo altri fluidi come olio e carburante può causare diversi problemi.

Quali nello specifico? Cattivo odore, perdita di prestazioni dovuta all’appesantimento, aumento del rischio di osmosi, isolamento di contatti elettrici. Per evitare questi problemi ci si affida alle pompe nautiche dedicate, come le pompe di sentina manuali che portano più o meno velocemente l’asciutto nella nostra barca.

Manuali, elettriche o immersione: quali scegliere

Ce ne sono diverse e sono tutte molto utili per evitare l’insorgere di problemi nell’imbarcazione. In commercio si trovano essenzialmente due tipologie di pompe di sentina: manuali ed elettriche. Le elettriche, a loro volta, sono ad immersione oppure a girante autoadescante, che aspirano i liquidi a distanza attraverso un tubo pescante.

  • Pompe di sentina manuali: richiedono il lavoro umano per funzionare e il loro sistema di aspirazione e pompaggio si basa su stantuffi o membrane elastiche. Non sono comode come quelle elettriche, ma sono una soluzione economica e sicura utile per situazioni d’emergenza
  • pompe di sentina a girante o ingranaggi: sono quelle che funzionano con l’energia elettrica a 12 o 24 volt e sono molto apprezzate per la praticità e affidabilità. Pompano enormi quantità di acqua, pur avendo dimensioni contenute. Grazie all’ausilio di meccanismi o sensori automatici aggiuntivi, consentono di avere una sentina asciutta anche quando la barca non ha una custodia costante
  • pompe a immersione: economiche e compatte, hanno un’altissima portata. Per funzionare bisogna immergerle nel liquido, infatti non lavorano all’asciutto poiché è lo stesso liquido pompato a garantire il raffreddamento del motore.

Affidabilità e piccoli suggerimenti

Le pompe elettriche sono una soluzione economica e affidabile per eliminare il liquido in breve tempo, tuttavia è opportuno ricordarsi che i componenti meccanici ed elettrici possono essere soggetti a guasti. Le pompe di sentina manuali evitano questi problemi, anche se richiedono uno sforzo fisico notevole per funzionare ed espellere il liquido in eccesso.

La soluzione? Dotarsi di più pompe, così se si presenta un guasto è possibile intervenire senza problemi. È importante poter contare su più sistemi di svuotamento per poter agire con rapidità ed efficacia, sia in situazioni di emergenza e sia in casi molto gravi ed estremi come l’apertura di una falla nello scafo.

Suggeriamo quindi non solo di dotarsi di più pompe ma di acquistare almeno una manuale. Segui i nostri consigli per restare sempre aggiornato sul mondo della nautica ed equipaggiare la tua imbarcazione con i più innovativi strumenti del settore.

Casse nautiche: relax e divertimento a bordo senza pensieri

E qual è, se non la tua barca, il posto migliore per ascoltare musica a tutto volume in piena libertà?

L’importante è che le casse nautiche stiano al passo con la navigazione!

Impianti stereo domestici e marini soffrono di “fattori di stress” completamente diversi; quelli a bordo devono essere in grado di sopportare pioggia, acqua salata, raggi solari ed agenti atmosferici in generale. La scelta di prodotti di qualità ti permetterà di avere un apparecchio con un buon suono, pulito e potente per goderti a pieno momenti di relax durante la navigazione.

Una panoramica dei costi e cosa scegliere

Naturalmente ci sono accessori per le barche che si adattano alla capacità di spesa di ogni diportista. Questo è dovuto al fatto che il settore della tecnologia per le imbarcazioni subisce una veloce e rapida evoluzione, adattandosi alle esigenze dei diportisti. La tua scelta può orientarsi a partire dalle classiche casse nautiche con una consolle di controllo dell’audio (come quello delle auto, per intenderci), fino a elaborate installazioni con maxi schermo, amplificatori e subwoofer, per finire ai sistemi Fusion di ultima generazione, con cui ad ogni postazione può corrispondere un ascolto diverso e che garantiscono un’esperienza visiva e uditiva davvero unica. Il tutto accompagnato da un sistema stereo in grado di riprodurre la musica sia sul ponte che sottocoperta.

Due caratteristiche indispensabili

Occhio al materiale, che deve essere sempre di alta qualità e specifico per il settore. Ciò che sceglierai dovrà essere resistente ai raggi UV, quindi magari fatto in polipropilene e altre plastiche impermeabili.  Purtroppo le condizioni atmosferiche, di qualunque tipo, deteriorano molto facilmente e velocemente lo stereo e relative casse. Per questo motivo oltre ad avere uno strumento che resista ai raggi UV, è importante che sappiano resistere alla corrosione e all’acqua. La corrosione è dovuta naturalmente all’acqua salata. I dispositivi che non sono ottimizzati sotto questo punto di vista avranno vita breve, perché la salinità è uno dei nemici degli impianti per l’intrattenimento. La seconda caratteristica da tenere in considerazione prima di acquistare delle casse nautiche o uno stereo per barca, è l’impermeabilità. Un dispositivo resistente all’acqua è molto sicuro e può essere immerso anche sott’acqua senza subire danni. Gli strumenti che permettono ciò sono quelli che riportano la dicitura “waterproof”, al contrario dei “water resistant” che possono essere esposti a pioggia e gocce d’acqua ma non a un’immersione completa.

Ora non ti resta che accendere il tuo stereo e partire con la tua playlist preferita.

Kit trasformazione wc da manuale in elettrico: come gestire al meglio i sanitari di bordo

Qualunque sia la dimensione della tua barca, è ovvio che qualcuno prima o poi avrà bisogno di utilizzare la toilette. I sanitari di bordo non possono essere in alcun modo gestiti come quelli casalinghi. Infatti lo scarico delle acque reflue delle navi è regolamentato dalla MARPOL, la Convenzione Internazionale per la Prevenzione dell’Inquinamento provocato dalle navi. Infatti per legge tutte le sostanze derivanti dall’uso di un wc devono prima essere raccolte in un serbatoio e poi scaricate solo a una determinata distanza dalla costa. Ovviamente non è possibile svuotare il serbatoio ovunque, ma bisogna seguire delle regole ferree che variano da regione a regione. Assodato che l’utilizzo di un servizio in barca non è come quello casalingo, la differenza sostanziale tra i servizi igenici per il settore nautico è tra pompa manuale e servizi elettrici, il cui passaggio da uno all’altro richiede un kit trasformazione wc da manuale in elettrico.

Wc manuale e wc elettrico: pregi e differenze

Prima di capire quali sono gli utilizzi di un kit di trasformazione wc da manuale in elettrico, scopriamo le peculiarità dell’uno e dell’altro. Per prima cosa il manuale non possiede un sistema di risciacquo come quello del bagno normale. L’acqua viene pompata da una pompa manuale che scarica il contenuto. Questo sistema semplice, a tratti un po’ rudimentale, ha il vantaggio di essere economico e dalla facile manutenzione che, se fatta bene, garantisce anche una sicurezza eccellente. Viceversa, se non fatta correttamente, il wc manuale si ostruisce rapidamente a seguito di un uso errato dell’acqua della pompa.

Le toilette elettriche sono costituite da pompe maceratrici e a girante. Se il wc elettrico possiede un motore silenzioso è quasi identico alla toilette di casa. Naturalmente il consumo di acqua e di energia dipende da una serie di fattori, primo tra tutti il tempo di lavaggio.

Convertire la toilette marina da manuale in elettrica

Questo tipo di operazione richiede un kit di trasformazione wc da manuale in elettrico, che è in pratica un kit di conversione con cui si sostituisce la pompa manuale con una elettrica. Questa trasformazione prevede la combinazione di un maceratore e di un girante. Tra gli svantaggi di una toilette di questo tipo c’è il rumore, che per gli ospiti o per chi non è abituato a navigare può costituire un piccolo problema.

Hai bisogno di altri consigli sul mondo della nautica e sulla manutenzione giornaliera del tuo natante? Continua a seguirci! Qui sul nostro blog troverai diverse notizie per restare aggiornato e scoprire tutto sulla vita in mare.

Piccoli danni al gommone? Scegli il rubber life per allungare la vita al tuo gommone

Al momento di acquistare un gommone è naturale chiedersi quanto duri e cosa fare in caso di piccoli danni tipo buchi e abrasioni. Partiamo col dire che il rubber life per  gommone è talvolta una soluzione affidabile per ripararlo velocemente. Il gommone è il mezzo marino preferito da chi si muove sotto costa e lo utilizza per pescare o fare escursioni. Ma anche i diportisti che si muovono su barche più grandi sono interessati alla riparazione di un gommone, a quali colle utilizzare, come applicarle e così via. Infatti il gommone spesso viene utilizzato sotto forma di tender, vale a dire un natante di servizio per delle uscite veloci o per raggiungere la terra ferma.

Proteggere il gommone prima di metterlo in acqua

Che il gommone sia il tuo mezzo principale o solo una piccola imbarcazione di servizio, sappi che è comunque esposto a molti rischi che, per certi versi, lo rendono molto delicato. Il gommone, essendo un mezzo leggerissimo che può portare in superficie pesi molto alti, è un mezzo fantastico da utilizzare a patto che si stia molto attenti. Basta infatti un semplice buco per metterlo k.o. Per delle riparazioni così veloci e non troppo gravi, il rubber life gommone è un’ottima soluzione: questo liquido sigillante e rigenerante per tessuti in neoprene e PVC forma una pellicola plastica trasparente ad altissima resistenza.

Ma veniamo ad alcune dritte pre immersione.

Di solito durante i mesi più freddi dell’anno, il gommone viene sgonfiato e coperto con un telo. Già in questo caso è opportuno sapere che è meglio non tenere il gommone completamente tappato per 6 o 7 mesi ma, piuttosto, è consigliabile scoprirlo così da lasciarlo respirare un po’. Il motivo di questa dritta è semplice:  evitare il proliferare di umidità eccessiva e muffe.

Inoltre, un altro consiglio prezioso, è quello di pulire attentamente i tubolari con un buon trattamento di pulizia e manutenzione, da fare categoricamente a inizio stagione.

I pericoli principali per un gommone e come ripararlo velocemente

Anche se il rubber life per gommone è perfetto per piccole riparazioni del mezzo, è ovvio preferire che il gommone resti intatto, soprattutto in mare. Un amo da pesca inopportuno, un atterraggio maldestro sulle rocce o uno strattone di troppo sono i classici pericoli che provocano la rottura del gommone. Molto importante è capire con quale materiale hai a che fare per scegliere la colla più adatta. A volte ti dovrai confrontare con il PVC, altre volte con il neoprene. Noi abbiamo entrambe le soluzioni e mi raccomando a non confonderle: utilizzare una colla per neoprene su un tessuto in PVC non dà nessun buon risultato. In caso di dubbi sul materiale del tuo gommone telefona al produttore. Una volta capito il materiale, per fare la riparazione con calma dovrai dotarti di collante ma anche di altri strumenti come:

  • pennelli
  • un cucchiaio
  • una siringa
  • del detergente per gommoni
  • della carta abrasiva
  • una pezza adatta per riparare il danno.

Se invece devi riparare il tender abbastanza velocemente, sappi che ci sono dei kit appositi per le emergenze in mare. Una volta in banchina, però, ricordati di effettuare una riparazione come si deve. I kit per la riparazione di tender e gommoni sono perfetti da portare sempre a bordo. Contengono colla, attivatore, pennello,  carta abrasiva e pezze.

Un piccolo tesoro da avere sempre con sé, per non rischiare di trovarsi in situazioni spiacevoli e pericolose.

Consulta il nostro blog e dai un’occhiata al nostro e-commerce: troverai tutti i consigli e i prodotti migliori per il tuo gommone o la tua barca.

Dalla teoria alla pratica: tutte le info sull’olio per miscela fuoribordo 2 tempi

Abbiamo già parlato della differenza tra un olio marino e uno per auto e truck, ma è sempre utile ribadire che è sconsigliabile utilizzare per la barca o per il gommone un olio per il settore automotive, quindi non compatibile. Non a caso esiste l’olio per miscela fuoribordo 2 tempi studiato appositamente per la tipologia del motore ma anche e soprattutto per la tipologia di mezzo sul quale il motore è montato.

Va anche ribadito che l’olio per motore si divide in tre categorie, in base agli additivi che contiene: minerale, semi-sintetico, sintetico. In realtà non sono solo gli additivi ad essere importanti ma anche la sua viscosità. Ne hai mai sentito parlare?

Viscosità dell’olio

La viscosità è una delle caratteristiche più importanti per un olio motore, soprattutto quando si parla di un olio per miscela fuoribordo 2 tempi, quindi molto specifico per l’utilizzo a cui è destinato. La viscosità, quindi, misura la resistenza dell’olio allo scorrimento e rappresenta il suo attrito interno. La viscosità cambia, inoltre, con il variare della temperatura e della pressione: diminuisce in modo vertiginoso all’aumentare della temperatura e aumenta all’aumentare della pressione. Quindi scegliere l’olio con la giusta viscosità è importante soprattutto a motore freddo, ovvero nella partenza, perché quando la temperatura si abbassa l’olio motore tende a diventare più denso, cioè più viscoso. Un olio con le giuste caratteristiche rimane liquido anche a temperature sottozero, così da essere pompato rapidamente verso il motore per lubrificare tutti i punti di attrito.

Leggere le etichette: il codice SAE

Passiamo un po’ alla tecnica, cosa vogliono dire le sigle che troviamo sulle etichette degli oli, anche di un olio per miscela fuoribordo 2 tempi? Per capire la viscosità, questa è riportata sull’etichetta ed è indicata da una coppia di numeri:

  • un primo numero associato alla lettera W (winter) indica la viscosità dell’olio a freddo
  • un secondo numero indica la viscosità dell’olio a caldo.

Se prendiamo in esempio un valore basandoci sulla tabella SAE – J300 (SAE sta per Society of Automotive Engineers) se sull’etichetta è scritto 10W-40, parliamo di un olio che può essere utilizzato da una temperatura minima di -30°C ad una massima di +40°C per mantenere integre le caratteristiche di viscosità e permettere all’olio di lavorare come previsto. La coppia di numeri definisce la temperatura dell’aria, non del motore, nel quale l’olio può essere impiegato.

Come aggiungere l’olio al motore dell’imbarcazione

Una volta scelto l’olio per miscela fuoribordo 2 tempi perfetto per la tua imbarcazione, capire come aggiungerlo al motore è molto semplice. Per aggiungere l’olio sono sufficienti 5 soli passaggi:

  • rimuovi il pannello superiore
  • rimuovi il tappo dell’olio
  • aggiungi l’olio utilizzando l’imbuto
  • ripristina il tappo dell’olio
  • ripristina il pannello superiore.

Perché spiegarlo? Perché molti motori fuoribordo richiedono un periodo programmato di rodaggio  e manutenzione, il che vuol dire che tutte queste operazioni ti vengono spiegate dall’officina. Alcuni oli, fortunatamente, sono pronti all’uso e non richiedono rodaggi, ma anzi ti permettono di risparmiare denaro per il viaggio in concessionaria e dedicare più tempo alla tua navigazione.

Continua a seguirci, qui nel nostro blog troverai consigli pratici e nozioni teoriche sul mondo della nautica a 360 gradi.

Vernice di finitura, come fare una corretta manutenzione della barca

Dopo un po’ di tempo e utilizzo della barca è normale che la verniciatura inizi a rovinarsi e a non essere più bella come quando l’hai acquistata.

Effettuare la manutenzione è doveroso non solo per un fattore estetico, ma anche per evitare che lo scafo venga ulteriormente danneggiato dagli agenti esterni. La protezione dello scafo è importante per mettere al sicuro lo smalto della barca, e una vernice di finitura è il tocco da aggiungere a una serie di passaggi da fare per manutenere correttamente l’imbarcazione. Sei pronto a scoprirli tutti? Partiamo da un breve elenco dei prodotti che si utilizzano per la manutenzione. Essi sono: lo smalto, la vernice, la pittura e il gelcoat. Vediamo insieme i vari utilizzi.

Gelcoat e vernice

Detto anche topcoat, il gelcoat è un materiale a base di resina termoindurente utilizzato per fornire un’elevata finitura e protezione della superficie visibile. La consistenza del gelcoat a volte può confondere: è infatti molto densa, come se fosse una vernice da diluire. In realtà è un prodotto molto utile per le barche ma solo per quelle in vetroresina che necessitano di una barriera speciale per proteggere gli strati interni dai raggi ultravioletti del sole e dall’acqua. Non ti piace l’idea di un gelcoat in barattolo? Prova la sua versione spray, facile e comoda.

Passiamo alla vernice. Di vernici marine esistono diversi tipi, tra cui la vernice di finitura che offre elevata resistenza all’ambiente esterno, ed è utilizzata anche per trattare paratie, mobili e tutte le superfici in legno interne. Aprendo una piccola parentesi sulla vernice di finitura, è opportuno specificare che non è idonea per supporti soggetti a immersione continua. È perfetta invece per pavimentazioni e paiolati in legno.

Altri tipi di vernice sono:

  • vernice mono-componente che è idonea alle costruzioni semplici in cui il legno si incurva a causa dell’umidità
  • vernice bi-componente, adatta alle costruzioni in legno che non si deformano. Meno economica ma dà risultati migliori
  • Impregnante o mordente, che mantiene inalterate le caratteristiche e l’aspetto del legno, mentre lo protegge tramite un’azione idrorepellente.

Smalto e pittura

Assodato che la vernice di finitura è un prodotto specialmente per interni, gli altri due prodotti per la mantuenzione sono lo smalto e la pittura. Come le vernici, esistono smalti mono-componenti (più facili da applicare) e smalti bi-componenti che resistono maggiormente all’abrasione e si possono applicare sul gelcoat dopo la carteggiatura e sgrassatura. Se da un lato lo smalto mono-componente è più facile da stendere, lo smalto bi-componente permette di eseguire dei lavori più professionali e durevoli nel tempo. A questi due smalti si aggiungono anche quelli antiscivolo, ideali per un utilizzo sul ponte.

Discorso a parte merita la pittura che, in base alla sua applicazione, ha una sua natura specifica. Ci sono pitture pensate appositamente per trattare la sentina, perché devono confrontarsi con acqua e idrocarburi. Poi ci sono le bombolette di pittura spray, ideali per lavorare su piccole aree per fare dei ritocchi e poi la pittura per motore spray che ringiovanisce il tuo motore con una sola passata.

Ricordati di adottare in ogni fase le giuste misure di sicurezza per effettuare la manutenzione della barca.

Continua a seguirci qui sul nostro blog per restare aggiornato su tutte le novità del mondo della nautica.

Giunto per catena, il punto nevralgico per l’ancoraggio

Il giunto tra l’ancora e la catena rappresenta uno dei punti fondamentali della linea di ancoraggio, soggetta a sforzi e carichi non indifferenti soprattutto in presenza di cambi di vento e condizioni meteomarine perturbate. Con le moderne ancore c’è la possibilità che quando l’ancora viene salpata si trovi in una posizione storta. Questa situazione non è resa più agevole anche in caso di prue più moderne, molto verticali, che possono compromettere la navigazione. Per questo motivo il giunto per catena, se scelto di alta qualità e ottima manifattura, consente di muoversi in mare senza nessun tipo di problema ed evitare, anzi addirittura prevenire, disastri molto pericolosi per il mezzo e i passeggeri.

Caratteristiche del giunto per catena

Spesso per l’ancora si spendono centinaia di euro, il che è legittimo dato che è un accessorio tanto prezioso da avere a bordo. Tuttavia i diportisti dimenticano di accompagnare l’ancora a uno snodo di contatto tra il giunto e la catena che sia all’altezza della situazione, e quindi che sia articolato, girevole e dimensionato ai carichi e alle forze in gioco. Per prima cosa va capito che i carichi più elevati quando la barca è alla fonda non sono a carico dell’ancora ma della coperta dello scafo. Infatti, sia essa in vetroresina, legno o metallo, quella che sopporta il tiro del calumo essendo la prima a dover frenare gli spostamenti e le oscillazioni della barca, per questo il giunto per catena deve essere perfettamente saldo e resistente a questo tipo di movimenti. Per ridurre i carichi in gioco e aumentare la sicurezza e il comfort dell’ancoraggio è opportuno valutare un calumo misto, composto da tre quarti di cima in nylon e un quarto da catena.

Tutto quello che c’è da sapere sul giunto

Alla luce di quanto detto, il giunto per catena non può esser scelto a caso. Nonostante la riduzione progressiva dei carichi del calumo, il giunto ha concentrati in pochi centimetri di superficie tutto il peso. Tale snodo non solo è soggetto al tiro ma anche all’angolo di tiro della linea di ancoraggio, che ruota nel caso di una sosta in cui la direzione del vento cambia (situazione frequente che capita di notte o al passaggio di una perturbazione), con conseguente spostamento dello scafo. Durante questa fase il giunto è messo a dura prova perché lavora con un angolo tanto maggiore quanto più veloce e rapida è la variazione del vento. In caso di ancoraggio su fondali rocciosi la variazione del vento rende ancor più difficile alle marre di ruotare e adeguare la linea di ancoraggio al nuovo allineamento, costringendo lo snodo a lavorare ad angoli ancor più estremi rispetto al fuso dell’ancora. In questo caso un raddrizza ancora può aiutarti ad affrontare la situazione.

Date quindi le forze in gioco, uno snodo girevole con grandezza e resistenza decisamente maggiori rispetto alla catena è la soluzione più idonea. In questo caso meglio affidarsi a modelli più costosi, perché quelli più economici lasciano grandi dubbi sulla loro efficacia. Ai giunti realizzati in ferro zincato o in acciaio semplice è meglio optare per quelli in acciaio inox o addirittura in titanio con carichi di rottura dichiarati.

Come avrai capito, la sicurezza in mare passa anche per accessori piccoli come in questo caso, che però sono fondamentali per viaggiare sereni.

Componenti in acciaio della barca: ecco come proteggerli con la pasta lucidante per metalli

Componenti in acciaio della barca: ecco come proteggerli con la pasta lucidante per metalli

Per chi le guida o per chi le guarda da lontano, le barche hanno per tutti un grande fascino e ciò è dovuto non solo alla possibilità di poter navigare il mare in lungo e in largo, ma perché da sempre sono mezzi di trasporto esclusivi e bellissimi. Le imbarcazioni sono piene di componenti in acciaio inox, un materiale pregevole per le sue qualità di resistenza meccanica e all’ossidazione. L’acciaio è uno dei materiali più utilizzati sulle imbarcazioni, oltre alla vetroresina (il materiale principale delle barche che necessita anch’esso di una pulizia fatta ad hoc), a cui si aggiungono il teak e l’alluminio. Per mantenere intatte queste componenti, una pasta lucidante per metalli è tra le soluzioni più gettonate da chi naviga perché permette un intervento rapido e risolutivo.

Perché prendersi cura periodicamente degli oggetti in metallo

A bordo delle imbarcazioni si trovano non solo accessori in acciao inox ma anche realizzati con altri metalli come l’ottone, il rame e altre leghe specifiche per l’ambito.

Nelle barche l’acciaio viene utilizzato per realizzare numerosi componenti di coperta come pulpiti, corrimano, bitte, passacavi e altri accessori di bordo. A volte può essere impiegato per l’intera zona living esterna, come ad esempio tavolini, sedie e persino l’imbottitura dei divani. Tuttavia, nonostante sia un materiale decisamente resistente, è opportuno occuparsene periodicamente per togliere la patina che opacizza le superfici o per eliminare macchie antiestetiche che sono spesso difficili da rimuovere. La pasta lucidante per metalli che sceglierai deve essere specifica per questo settore. L’utilizzo di un prodotto che non è studiato appositamente per lo scopo, provoca un effetto piuttosto aggressivo sulla superficie e rende l’acciaio opaco.

Come pulire il metallo: trucchi e dritte

Lo sai che l’acqua che utilizzi per pulire l’imbarcazione influisce sul risultato finale? Ebbene sì, per pulire gli accessori in metallo una pasta lucidante per metalli è solo una delle tante cose che dovrai prendere in considerazione per un effetto splendente. La pasta lucidante è un prodotto che risolve velocemente il problema della pulizia, ma se desideri utilizzare altri metodi come l’acqua addizionata a prodotti naturali è bene sapere che ciò che otterrai non è detto che rispetti le aspettative. L’acqua dura tende a macchiare l’acciaio, anziché lucidarlo, e questo non è certo il massimo. Quando utilizzi un prodotto specifico per lucidare l’acciaio inox ricordati sempre di indossare dei guanti di gomma e di lavorare in ambienti ben arieggiati, perché talvolta questi prodotti possono essere pericolosi se inalati.

Ma vediamo come pulire l’acciaio: utilizza panni in microfibra e spugnette specifiche, evitando le pagliette matalliche o gli utensili appuntiti.

Infine, per lucidare al meglio le superfici in acciaio è meglio seguire l’orientamento delle “venature” naturali, che saranno o in orizzontale o in verticale. In questo modo potrai rimuovere lo sporco presente anche negli angoli più piccoli e avere un acciaio con la lucentezza originale e che si conserva nel tempo.

SOS muffa: come scegliere i migliori prodotti antimuffa per gommoni

Qualsiasi proprietario di gommone, o chi è intenzionato all’acquisto di un battello pneumatico, deve fare i conti con un nemico che minaccia costantemente l’integrità, l’estetica e il valore del suo mezzo: la muffa sul tubolare.

Non è una novità trovare sul tubolare, nella zona interna verso prua, segni a forma di infiorescenza che si ripetono sulla superficie. Non lasciamoci ingannare dall’inusualità dell’episodio: quelle che vediamo sono vere e proprie muffe che si creano a causa dell’incuria del mezzo, trovando in esso un terreno fertile per il loro habitat. Insomma, il problema delle muffe affligge numerosi proprietari di gommoni che almeno una volta nella vita avranno affrontato questo problema. Per prima cosa è utile sapere che ci sono dei prodotti antimuffa per gommoni specifici per la cura del natante. Questo vuol dire che è possibile eliminarla con accorgimenti giusti e prodotti ad hoc.

Perché si forma la muffa?

La muffa essendo un fungo pluricellulare si sviluppa in ambienti umidi e caldi, soprattutto dove si crea della condensa. Il suo strato schiumoso e filamentoso indica decomposizione e marcescenza, motivo per cui spesso le troviamo in corrispondenza dei tubolari dei gommoni, dove c’è condensa e un ambiente perfetto per la sua proliferazione. Attenzione però, la muffa può crearsi anche all’interno del tubolare. Se infatti fuori dal tubolare si crea un ristagno d’acqua e il tubolare è gonfiato ad aria e non ad azoto, è facile che si verifichi il fenomeno dell’osmosi. Quest’ultimo prevede il passaggio dell’acqua da una soluzione meno concentrata, fuori dal tubolare, a una più concentrata, collocata all’interno del tubolare attraverso una membrana semipermeabile che corrisponde al tessuto che compone il tubolare stesso. Gonfiandolo ad aria è normale che si immetta anche una minima percentuale di vapore acqueo all’interno del tubolare, che dà luogo ai fenomeni appena descritti.

Prevenzione ed eliminazione della muffa

Assodato che il manifestarsi della muffa è un episodio abbastanza comune, passiamo ora a capire come prevenirla ed eliminarla. La muffa si forma spesso quando il gommone, posto in rimessaggio, viene coperto con un telo non traspirante in una zona umida. Questa non farà altro che creare la condensa, habitat perfetto per la muffa. Per cui ti consigliamo di pulire perfettamente il gommone, asciugarlo, incerarlo, ricoprirlo con teli di copertura traspiranti appositi e arieggiare il locale di rimessaggio il più possibile.

Per quanto riguarda l’eliminazione della muffa, ci sono prodotti antimuffa per gommoni davvero eccezionali. Essendo un fenomeno difficile da debellare al primo colpo, è consigliabile utilizzare con molta cura i prodotti specifici per il settore marino e utilizzarli per lavare il tubolare. Dopo la pulizia è possibile procedere con l’applicazione della cera, subito dopo aver lasciato arieggiare e asciugare il gommone, in questo modo i tuoi problemi di muffa saranno ampiamente arginati!

Come gestisci la manutenzione del tuo gommone? Continua a seguirci per scoprire tutti i segreti e i trucchi del mestiere specifici per il settore nautico.

Come proteggere il teak: guida all’olio per teak della barca ?

Come proteggere il teak: guida all’olio per teak della barca

È uno dei materiali più amati e discussi nel mondo della nautica, anche per l’eleganza che conferisce all’imbarcazione. Parliamo del teak della barca, il materiale marinaresco per eccellenza che è spesso oggetto di conversazione di tutti i diportisti del mondo. Un teak di qualità dona all’imbarcazione una bellezza  indiscutibile, ma non è certo un materiale di facile manutenzione. Il teak altro non è che un legno esotico con elevate capacità di resistenza e longevità, a patto che lo si tratti ordinariamente con prodotti specifici come un olio per teak della barca. Frequenti lavaggi e rivestimenti con olii/cere protettive sono gli imperativi categorici per prendersi cura come si deve del teak, ed evitare l’invecchiamento o di rovinarlo.

Teak sì, teak no: ecco i punti salienti per fare la scelta giusta

La presenza del teak su una barca non è soltanto sinonimo di eleganza ma a volte diventa un vero e proprio simbolo distintivo. A maggior ragione se si considera che le coperte in teak, quelle fatte a regola d’arte, stanno diventando sempre più rare sui moderni cabinati, in quanto la materia prima di qualità scarseggia (essendo a rischio estinzione in molti paesi) e per abbattere i costi si utilizzano versioni meno nobili lavorate in modo dozzinale. Oltre al costo, un altro deterrente della scelta del teak è l’attenzione e la cura che richiede. Una manutenzione ordinaria è quello che è richiesto dalla coperta in teak, e l’utilizzo di un’olio per teak della barca ne è un esempio. Un teak di qualità se trattato bene e con i i giusti prodotti può resistere più di un secolo. Stiamo parlando di un legno che può affrontare intemperie, parassiti, funghi, sole e gelo e che grazie al suo elevato contenuto di resine si mantiene elastico e resiste molto bene alla salsedine.

Proteggere il teak, ecco cosa fare

Usare le tecniche e i prodotti giusti, creati appositamente per queste operazioni, permette di preservare nel tempo non solo la bellezza del legname, ma anche le sue pregevoli doti chimiche e fisiche. È importante tenere presente che il teak non va pulito eccessivamente per non derubarlo degli oli e delle resine che si trovano al suo interno. Sono proprio loro a rendere questo legno così speciale, anche se questa non va usata come scusa per lavare poco, o per nulla, la coperta in teak. Una volta scelto il prodotto detergente per la pulizia del teak, è bene dotarsi di spazzole morbide che non vadano a “incidere” il legno, graffiandolo, e acqua dolce. Ovviamente non si devono scegliere prodotti generici, ma è importante affidarsi a marchi conosciuti che forniscono prodotti specifici. Terminata la pulizia, è bene procedere con un’ulteriore operazione per proteggere il teak. Si consiglia infatti di utilizzare l’olio per teak della barca, che va impiegato almeno una volta l’anno. Lo scopo è quello di ricompensare il legno dell’olio naturale perso nei mesi precedenti per via delle intemperie, rendendolo quindi via via più grigio e meno resistente. L’olio si applica sulla coperta perfettamente asciutta, quindi preferibilmente due giorni dopo le pulizie, avendo cura di rimuovere l’eccesso con un panno. Solitamente basta una sola mano, quando la pulizia e la manutenzione vengono fatte ordinariamente, ma in caso contrario è possibile dare una seconda mano di olio per teak.

Seguendo questi consigli di Nautica Italia potrai prenderti cura al meglio del teak della tua imbarcazione, proteggendone la bellezza  e le pregiate caratteristiche.