Tappeto in corda: come acquistare quello giusto per la tua barca

Chi ama e conosce le barche sa che non sono fatte solo di strumenti tecnici e accessori specifici, ma sono mezzi di trasporto da arredare seguendo il proprio gusto. Un tappeto in corda è tra i complementi d’arredo che in una barca non può proprio mancare: è un elemento che interpreta e valorizza in modo unico gli ambienti e ha anche un’importanza fondamentale.

Infatti la presenza di un tappeto a bordo non è da dare per scontata come in una casa. Se nella propria abitazione ha la funzione decorativa, in barca contribuisce a rendere la permanenza in mare ancora più confortevole.

I vantaggi di un tappeto

La presenza di un tappeto in corda ha una funzione per così dire “strategica”.

Serve infatti a ridurre il rischio di scivolare sul pavimento bagnato, condizione che è molto frequente quando si naviga.

Sia che si scelga di camminare a piedi nudi, sia che si indossino delle calzature da barca, il tappeto permette di prevenire eventuali “incidenti di percorso”.

Le imbarcazioni hanno delle caratteristiche decisamente differenti rispetto a un’abitazione, e infatti questo elemento va preso in considerazione quando si sceglie un modello di tappeto.

Il beneficio dei tappeti per uso marino è proprio quello di essere più resistenti, e adatti all’ambiente in cui vengono collocati.

Guida alla scelta del tappeto giusto

Le probabilità che il tappeto si bagni con l’acqua di mare sono molto alte.

Inoltre soprattutto i tappeti esposti all’esterno possono bagnarsi in caso di pioggia, o rovinarsi quando sono esposti a lungo al sole.

Per questo un tappeto in corda è la soluzione migliore, oltre che quella più conveniente anche sul lungo periodo. Le aziende che producono tappeti di questo tipo li realizzano con materiali molto resistenti (nel caso dei tappeti in corda si parla di poliestere) che garantiscono la tenuta del colore e la durata nel tempo.

È molto importante che un tappeto abbia materiali idrorepellenti, e che abbiano un trattamento anti UV che li protegga.

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Bandiera per barca: storie e curiosità su uno strumento fondamentale di segnalazione  

Bandiera per barca: storie e curiosità su uno strumento fondamentale di segnalazione

L’utilizzo corretto della bandiera per barca è spesso e volentieri un tratto distintivo di chi naviga a bordo. Esatto, perché questo vessillo non è un semplice “accessorio” da issare senza criterio, ma segue regole e normative ben precise che un capitano corretto e competente conosce.

Le tradizioni marinaresche devono il loro fascino anche a elementi come la storia delle bandiere, simboli di comunicazione e segnalazione inventati nel 1855 dalla flotta commerciale inglese. Fu proprio la storica flotta a scrivere il primo codice internazionale che raggruppava i segnali internazionali e britannici sull’utilizzo delle bandiere.

Il volume fu adottato dalla maggior parte delle nazioni, e chiaramente nel tempo è stato rivisitato, fino ad arrivare a quello attuale in uso dal 1965 che è composto da 40 bandiere.

Vediamo le principali.

 

Bandiera di nazionalità, Guidone sociale e bandiera di cortesia

 

Vediamo nel dettaglio queste tre tipologie di bandiera da barca. La bandiera di nazionalità non è un simbolo di sentimentalismo patriottico, ma serve a indicare il paese di immatricolazione della barca e la legislazione alla quale è soggetta. Deve essere sempre esposta e ben curata.

Il Guidone Sociale è il simbolo del Circolo Nautico al quale appartieni con la tua barca, e se navighi in acque estere va posizionato a sinistra della bandiera di cortesia. Quest’ultima è la bandiera del paese estero in cui stai navigando. Non è obbligatoria, ma è buona tradizione esporla per comunicare il rispetto e la consapevolezza delle leggi che vigono in quella zona.

 

Bandiera di libera pratica e Gran Pavese

 

Infine, vediamo altre due tipologie di bandiera per barca. La prima è la bandiera di libera pratica, anche conosciuta come “bandiera gialla” che corrisponde alla lettera Q di Quebec del Codice Internazionale dei Segnali. Si issa quando si entra in acque nazionali di un paese extracomunitario per comunicare alle autorità che ci si sta dirigendo verso il porto più vicino per fare dogana.

Il Gran Pavese è invece la bandiera delle grandi occasioni, collocata all’estremità della prua o della poppa – da parte a parte – quando ci sono feste o gala.

Un’ultima curiosità riguarda la presenza a bordo delle bandiere Charlie e November, che nel caso della legislazione francese equivale a dire rispettivamente e no.

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Frigo congelatore per barca e gommone: come sceglierlo

Frigo congelatore per barca e gommone: come sceglierlo

Non c’è niente di meglio di una bibita fresca mentre si naviga e ci si gode il meraviglioso silenzio del mare, circondati da assoluta meraviglia.

Quello che ci vuole in questi casi è un frigo congelatore per barca, un elettrodomestico molto utile che contiene alimenti e bevande che potrebbero servirci nel momento in cui inizia la navigazione e ci si allontana dalla terraferma. Perché anche quando si è a bordo, si cercano quelle piccole grandi comodità che aiutano a rendere il tempo trascorso in mare estremamente confortevole. Scegliere il frigo per la propria barca o gommone non è semplice come si potrebbe pensare: i fattori da prendere in considerazione sono diversi, vediamone insieme alcuni.

 

La scelta di un buon elettrodomestico

 

Partiamo dai principali fattori che guidano la scelta di un frigo congelatore per barca o gommone.

Spesso nella maggior parte dei casi si desidera un frigo che sia potente e spazioso, che possa contenere il maggior numero di alimenti possibile, ma anche qualcosa che abbia un ingombro minimo, consumi ridotti e costi contenuti.

Come sempre, anche in questo caso, è necessario trovare un compromesso, optando magari per un frigo che non sia né troppo grande e né troppo piccolo ma idoneo all’imbarcazione scelta.

Le caratteristiche di base di un frigorifero nautico non sono le stesse di uno per uso domestico. Consigliamo di scegliere un elettrodomestico che abbia un buon isolamento termico e un motore silenzioso, oltre ad avere una resistenza garantita per l’ambiente salino del mare.

 

Consumi e design

 

Altre due caratteristiche interessanti di cui tener conto quando si vuole acquistare un frigo congelatore per la barca sono i consumi e il design.

Si sa che in un ambiente piccolo come quello di bordo un dispositivo elettrico che consuma una quantità di per sé limitata di energia deve essere ben collaudato e predisposto a non consumarne più del necessario. Gli apparecchi da collegare all’impianto elettrico della barca devono lavorare più o meno tra i 12 Vdc e i 24 Vdc, quindi a tensione bassa e continua.

Ultima, ma non per importanza, è una dritta sul design. È importante fare caso alla chiusura del frigorifero, in modo tale che anche in presenza di inclinazione della barca l’anta si mantenga ben chiusa.

Inoltre dovrebbe essere dotato di bordi anticaduta che trattengano al suo interno tutti i prodotti anche quando è aperto.

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Come trainare la barca a terra: tutto quello che devi sapere

 

Cosa succede quando la barca presenta un’avaria all’albero, un motore che non parte o un incaglio? Le situazioni sono molteplici e in molti casi l’epilogo è sempre lo stesso: bisogna trainare la barca a terra.

In genere questo avviene in caso di avarie gravi, arenamenti, falle o motore che smette di funzionare.

Ma ci sono anche situazioni improvvise, come vento forte o mare agitato che costringono il pilota di bordo a rientrare in porto.

A prescindere dalle singole situazioni, è necessario capire cosa fare quando si deve richiedere un traino per mettersi in sicurezza, con operazioni di soccorso che saranno uguali in qualsiasi caso.

Vediamo insieme come agire in totale serenità.

 

Le priorità in mare

 

In genere quando si verificano situazioni di pericolo, il problema di trainare la barca a terra è tra le ultime questioni da affrontare.

Infatti quando si ha bisogno di aiuto in pieno mare si chiama la Guardia Costiera al 1530 che, tuttavia, non si occupa di salvare la barca ma solo le persone a bordo.

E questo è anche normale, in quanto gli uomini e le donne della Capitaneria sanno valutare con attenzione le priorità e nel caso indicarti delle società private di recupero barche che effettueranno il rimorchio con un traino.

In questi casi, anche se è più semplice a dirsi che a farsi, è importante mantenere la calma e comunicare correttamente lo scenario di bordo, il tipo di barca su cui ci si trova e tutti i dettagli possibili.

Più le informazioni saranno corrette, maggiore sarà la rapidità e l’efficacia dell’intervento della Guardia Costiera e della società di recupero.

 

Dettagli e contratti di traino

 

Tra i dettagli da elencare quando si chiede soccorso ci sono le seguenti informazioni: dimensioni, dettagli del danno, peso, modello, timone, eventuali infiltrazioni d’acqua, persone a bordo ferite o sotto schock e così via.

Una volta messo in salvo l’equipaggio, ci si può occupare dell’imbarcazione e di come trainare la barca a terra.

Come già sottolineato, questa operazione verrà fatta da una società privata che metterà la barca in totale sicurezza.

Il costo varia da una serie di fattori: dimensioni, peso del natante, stato attuale, distanza dalla costa e così via. Gli addetti alla sicurezza delle barche si assicureranno che non ci siano altri danni a bordo di cui magari non si è al corrente e che ci siano punti di ormeggi solidi per procedere.

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Batterie a bordo: come tenerle al sicuro con la cassetta portabatteria

Batterie a bordo: come tenerle al sicuro con la cassetta portabatteria

Tra le cose più importanti a bordo di una barca non possiamo non menzionare le batterie: influiscono sulla gestione degli spazi dello scafo, sulla distribuzione dei pesi, sul comfort e sulla sicurezza di navigazione.

Insomma, non un semplice strumento per permettere alla barca di funzionare ma un vero e proprio “cuore pulsante” che ogni navigante sa di dover custodire con attenzione.

Infatti le batterie permettono il funzionamento di tutte le utenze e i dispositivi necessari per far sì che la barca funzioni adeguatamente, ed è per questo che devi non solo sceglierle bene ma anche proteggerle con una cassetta portabatteria.

Qual è il suo scopo? Evitare che urti e ossidazioni intacchino la batteria o si verifichino perdite di acido che possono essere dannose.

La cassetta è un contenitore ideale per prolungare la durata della batteria.

 

Dove collocare la batteria

 

Assodata la necessità di una cassetta portabatteria a bordo (o anche più di una in caso di barche di portate maggiori), vediamo insieme dove è consigliabile posizionare le batterie a bordo.

Naturalmente non è un enigma irrisolvibile: il posizionamento delle batterie è comunque ideato dai cantieri e dai progettisti dei natanti, ma qualche accorgimento utile ci permette di avere un impianto elettrico funzionale e sicuro.

Per vari motivi si può sempre scegliere di cambiare la posizione scelta delle batterie, e questo è dovuto a necessità logistiche, di ottimizzazione degli spazi o magari per l’aggiunta di ulteriori fonti di energia.

 

Norme generali per non sbagliare

 

La scelta dipende molto da cosa si acquista: se le batterie sono indivisibili, vanno posizionate in un certo modo, come ne caso degli accumulatori tradizionali.

Diverso è il discorso delle batterie a gel, che possono essere collocate in qualunque posizione.

La regola generale è principalmente una: porre gli accumulatori in un vano asciutto, areato se possibile, e dove sia semplice effettuare controlli e manutenzioni. Naturalmente dove c’è la batteria, c’è anche la sua cassetta portabatteria e i due oggetti sono praticamente inseparabili.

Un’ulteriore regola per il corretto posizionamento della batteria tiene conto del peso della stessa.

Disporla a centro barca e in basso aiuta a distribuire al meglio i pesi nell’insieme, senza condizionare le performance dello scafo (soprattutto in caso di natanti al di sotto dei 12 metri). Una batteria pesa oltre 50 chili, mentre un banco di batterie da 4 elementi supera anche i 200 chili. Pensare al peso prima di posizionarla aiuta a farlo correttamente.

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